"Voglio che vi dimentichiate di tante cose.Dimenticate ciò che vi faceva impazzire. Dimenticate le preoccupazioni e le ansie, sapendo che io ho tutto sotto controllo. E c'è una cosa invece che vi prego di non dimenticare mai.
NON DIMENTICATEVI DI PARLARE CON ME, SPESSO.
Vi voglio bene! Voglio sentire la vostra voce. Voglio entrare a far parte delle cose che succedono nella vostra vita. Voglio che parliate con me dei vostri amici e delle vostre famiglie.
La preghiera per voi deve essere semplicemente una chiacchierata con me. Voglio essere il vostro amico più caro."

Sri Bhagavan

19/03/11

COME SI FA A PREGARE


Da piccoli abbiamo vissuto la preghiera come qualcosa da chiedere al divino, a volte come una replica delle nostre richieste ai genitori. L’accento andava sul nostro desiderio; nessuno ci ha insegnato per bene il modo di farlo e spesso si è trasformata in un gesto meccanico, ripetitivo, frettoloso.
Ora, col diksha, più il nostro legame col divino si rafforza, più sentiamo il valore della nostra preghiera anche solo come strumento per rendere questo rapporto ancora più profondo. E magari ci chiediamo come mai a volte la nostra preghiera viene esaudita anche oltre le nostre aspettative, mentre altre no.
E’ importante che impariamo di nuovo come si fa a pregare e quali sono i punti di forza che danno maggior vigore alle nostre richieste.
Ecco quali sono i passi semplici per pregare:
Per renderla uno strumento potente dovrebbe avere una durata di circa 7 minuti da ripetere per un ciclo di 21 giorni.
Anche la postura aiuta e ci predispone a una preghiera più efficace: seduti con la schiena diritta, occhi chiusi, le mani giunte davanti al cuore o appoggiate l’una sull’altra sul cuore.

1. Chiarezza. Fai in modo che ti sia chiaro ciò per cui vuoi pregare, il tuo intento per la preghiera. Meglio se è espresso in termini positivi (quello che vuoi, piuttosto che quello che non vuoi) e se tiene conto di un contesto più ampio (non va a scapito di altre persone o di altre parti di te stesso).

2. Verifica se ci sono questi tre requisiti: integrità, onestà, autenticità.
Indaga qual è il motivo vero della preghiera, finché non senti che c’è un desiderio autentico nel tuo cuore e che non lo stai facendo per altri motivi. Il Divino capisce il linguaggio del cuore, non quello della mente.
3. Richiesta. Fai una richiesta aperta, diretta. A voce alta o dentro di te pronuncia la tua richiesta: es. voglio questa cosa, voglio la guarigione ecc.
4. Realizzazione. Senti dentro di te la cosa come già realizzata, la tua richiestacome già accolta ed esaudita. Vedi la situazione per la quale stai pregando come già accaduta, visualizza la situazione come risolta. Per esempio, vedi che la persona e’ guarita e sta bene, vedi il problema risolto e che le cose sono sistemate. Oltre a vedere, lasciati usare tutti i sensi: anche l’udito, l’olfatto, il gusto, in modo da “vivere” completamente dentro di te quella situazione nel futuro. Senti la gioia, la felicità, la pienezza derivata dal vivere dentro di te l’evento che desideravi come già realizzato. Sentiti felice e gioioso.
5. Ringraziamento. Con questa sensazione di gioia dentro esprimi gratitudine alla Presenza. Esprimere gratitudine rafforza il nostro legame col divino, ci dà fiducia e forza anche per le preghiere future.
Questi sono i piccoli semplici passi per pregare: provali e…vedrai che funziona!
Sentiamo anche cosa una Guida della Oneness University ci ha insegnato in uno dei suoi corsi:
“(…) Ci sono dei passi, dei metodi sistematici che possiamo utilizzare per accedere alla consapevolezza superiore? Ci sono. Questi passi sono stati creati a partire dalle osservazioni che abbiamo fatto nella nostra vita personale e nella vita delle persone intorno a noi.
Abbiamo notato che quando le persone vogliono connettersi con la consapevolezza superiore, la chiarezza è di grandissima importanza. Questo è il primo requisito, la chiarezza: che cosa vuoi esattamente per te stesso? Dov’è che hai esattamente
bisogno dell’aiuto della consapevolezza superiore? Hai bisogno di chiarezza. Ci sono così tante persone che non hanno chiaro dove vogliono andare “voglio diventare un uomo eccezionale” che cosa vuol dire eccezionale per te? Che cos’è per te la felicità? Che cos’è la realizzazione per te? Spiegalo, scrivilo, arriva alla massima
chiarezza. Perché è solo quando la tua mente conscia è chiara che la
consapevolezza superiore può prendere il controllo e aiutarti. Quindi.. questo è il primo passo, la chiarezza.
La seconda cosa bellissima che abbiamo osservato è stata che quando le persone chiedono l’intervento del Divino, abbiamo visto che l’aiuto arriva molto più velocemente a coloro che hanno integrità. Che sono molto integri nelle loro motivazioni. Non significa che devi andare in giro a dirlo agli altri, ma esiste questa integrità dentro di te? “Voglio questo perché il mio vero bisogno è questo”.

Per esempio, l’altro giorno ho incontrato un dottore, un neurochirurgo, che mi ha detto che dopo una delle sue operazioni… – lui ha un’ottima reputazione per i suoi
successi come chirurgo – dopo l’operazione il corpo del paziente rifiutava di muoversi, ben oltre il tempo di aspettativa normale. Si è sentito prendere dal panico perché si trattava di un ragazzo giovane. A quel punto il dottore si è seduto al suo fianco a meditare, si è connesso alla consapevolezza superiore, e ha continuato a chiedere aiuto.…Dicendo: per favore aiutalo, è un ragazzo giovane e se non si muove potrebbe anche restare paralizzato, o chissà quale altra complicazione e tutta la sua famiglia ne avrebbe sofferto. Però non sentiva di essere veramente connesso. A un certo punto si rese conto di non essere autentico con se stesso. Si fermò e scoprì che la sua paura non era che il paziente non si potesse più muovere,
ma era invece una paura molto egocentrica, perché se il paziente non fosse tornato a muoversi questa sarebbe stata una nota negativa nella sua lista di operazioni andate perfettamente a buon fine. Sarebbe stata una nota negativa che lui non voleva. Il dottore si trovò faccia a faccia con il suo egocentrismo e vide che la sua
insicurezza era più per se stesso che una reale preoccupazione per il suo paziente. Quando ammise a se stesso la verità e poi si connesse con la consapevolezza superiore, lui disse che successe un miracolo.
E il corpo del paziente ha iniziato a dare segni di movimento. Disse che la lezione che aveva imparato da Sri Baghavan in uno dei processi che aveva frequentato alla Oneness University, lo aiuta quasi tutti i giorni ad essere autentico nei momenti in cui uno ha bisogno dell’intervento divino. Questo è il secondo passo.
Perché vuoi quello che vuoi? Scrivilo, sii il più chiaro possibile. Quello che stai chiedendo, è per la tua necessità di dimostrare qualcosa agli altri o magari a te stesso? È perché questo ti farebbe sentire superiore a tuo fratello? O è perché ti renderebbe più attraente per il tuo partner. Qualunque sia la ragione, sii autentico sui tuoi motivi. Maggiore è la tua autenticità, più grande sarà l’aiuto che riceverai.
Questa è la seconda condizione.
E la terza è che devi chiedere. Molte volte abbiamo dei problemi ma non ci connettiamo alla consapevolezza superiore per chiedere quello che di fatto vogliamo. Chiedilo, e poi sentiti come se già l’avessi. Adesso è noto in tutto il mondo che è necessario che tu ti senta come se già ce l’avessi. Non devi pensare che l’otterrai domani, se hai bisogno di qualcosa sperimenta questa sensazione che ce l’hai già, che già lo sei.
E l’ultima cosa è essere davvero grati. Esprimi gratitudine, perché la gratitudine è uno stato in cui non ci sono lamentele, non ci sono recriminazioni di alcun tipo.
Entra in quello stato di gratitudine, come ti senti a essere già lì?
Questi sono i vari passaggi che devi seguire se ti vuoi connettere alla
consapevolezza superiore. Usali, e connettendoti sempre più spesso, vedrai che questo legame diverrà più forte, vedrai che questa connessione diverrà più forte, la tua intuizione crescerà, e vedrai la tua prospettiva allargarsi moltissimo”.
ANCORA SULLA PREGHIERA
A proposito di preghiera: Come dice Bhagavan, la preghiera è una forma di comunicazione con il Divino. Puoi pregare il tuo Dio così come ti senti, non necessariamente devi rivolgerti ad AmmaBhagavan.
Fasi della preghiera:
1.Invocare la presenza: invocando la presenza di Amma e Bhagavan prima di iniziare la preghiera ti consente di migliorare la comunicazione col tuo Dio. Il modo
migliore per richiamare la presenza è cantare il “moola mantra” 21 volte o 41 volte invitando la presenza a riempirvi completamente.
2.Legame emozionale: la prima cosa e la più importante in una preghiera è il legame personale o di relazione che si stabilisce con il Divino. Sri Bhagavan dice di solito che occorre utilizzare, per relazionarci al Divino, il modo per noi più
spontaneo: basta che guardiamo le nostre relazioni reali per osservare quale è la modalità più felice. Bhagavan aggiunge che Egli è più felice se lo sentiamo amico ma possiamo relazionarci anche come facciamo con nostro figlio, padre, madre, o
maestro.
3.La rinuncia e l’impotenza: la preghiera deve essere sempre richiesta da un sentimento di resa e di impotenza. Se riteniamo di poter ottenere ciò che ci occorre anche senza la Grazia Divina e con la preghiera stiamo solo cercando un altro
modo, questa non sarà autentica e quindi sarà inefficace.
4.Pregare dal cuore e non dalla testa: E’ il sentimento, sono le sensazioni ad essere importanti, non il pensiero. Quando il sentimento è intenso, crea onde di una frequenza più alta che permettono di collegarsi con l’energia cosmica in modo facile
e rendere l’adempimento possibile.
La passione che si sente per Dio è molto significativa nell’aumentare l’intensità emotiva.
5.Chiarezza e completezza: l richiesta deve essere chiaro e completo sotto tutti gli aspetti. È come una sorta di comunicazione con l’energia cosmica e quindi ciò che
si comunica è molto importante. Se comunichi qualcosa di diverso o incompleta, la risposta può essere anche quello che non ti aspetti. Quindi prima di pregare occore
prendere in considerazione tutti gli aspetti della vostra richiesta e renderla perfetta.
6.Parlare interiormente: come già accennato, la preghiera è una comunicazione; pertanto per essere meno distratti e più presenti è meglio parlare interiormente. Il
coinvolgimento aumenta tanto quanto più senti Dio ovunque, come una presenza inseparabile. E allora il dialogo sarà continuo.
7.Una richiesta per volta: Si dovrebbe effettuare la richiesta per una sola cosa alla volta.
8.Visulizzazione: nella preghiera occorre visualizzare il risultato atteso in grande dettaglio. Ciò significa visualizzare se stessi nella situazione già realizzata, a benedizione ottenuta, e goderne della felicità e della gioia.
9.Pregare con piena fede: tale accettazione viene dalla fede in Dio.
10.Godere del sentimento della grazia.
11.Ringraziamento: Esprimere immensa gratitudine immensa per quanto ricevuto.

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Sri Bhagavan: Le 7 verità per essere liberi dalla sofferenza

1. Ogni cosa viene da un’unica sorgente. Potrebbe essere Dio o Energia. Non c’è inizio o fine della vita.
2. Se tu identifichi questa sorgente, non farai più differenza tra buono, cattivo, giusto o sbagliato. Tutte queste cose sono nostri punti di vista. Ogni cosa viene da un’unica sorgente.
3. La vita non è altro che una ricerca del “SE’ ”. Nella tua vita le cose che ti succedono, la gente che vedi, ogni cosa è un riflesso del tuo “Sé”. Se soffri di povertà, significa che c’è qualcosa di sbagliato in te. Lo devi correggere per poter uscire dalla tua povertà. Se hai odio, chiunque tu incontri avrà quella stessa qualità. Se hai pensieri malevoli, anche le persone che incontrerai li avranno. Quindi innanzitutto cerca di capire te stesso/a.
4. Renditi conto che qualsiasi cosa di cui tu fai esperienza in questa Vita avviene per grazia di Dio. Supponiamo che tu scivoli mentre cammini, cerca di capire che anche quello avviene per grazia di Dio. Se tu vedi Dio in ogni cosa la tua vita diventa stupenda.
5. Renditi conto che ogni cosa di cui fai esperienza in questa tua Vita è semplicemente una “prova” che Dio ti dà. Non è una cattiva esperienza. Se la consideriamo come tale allora vorrebbe dire che Dio non ha compassione. Se hai un problema, consideralo come un’opportunità che hai di affrontarlo e uscirne fuori. Ti sono state date le persone, la ricchezza e le capacità per affrontare tali sfide. Se lo capisci, le tua capacità miglioreranno. Proprio per mettere alla prova le tue capacità, Dio ti crea queste situazioni.
6. Se tu ti rendi conto che ogni cosa di cui fai esperienza è una prova che Dio ti dà, allora sarai in grado di vedere in profondità il problema e gestirlo nel modo migliore. Capirai il suo risultato e allora non avrai nessuna paura.
7. Se capisci le sei verità precedenti, allora ci sarà un’enorme trasformazione nel tuo corpo. Da quel momento in poi, non solo avrai compassione, ma diventerai quella “compassione”.