28/07/10
BHAGAVAN JULY 18TH 2010
Namastè. Vi amo tutti.
Questo processo che facciamo tutte le domeniche mira ad ottenere il risveglio o la realizzazione di Dio o entrambe. Se si ha prima il risveglio, la realizzazione di Dio è piuttosto facile. Se si ha prima la realizzazione di Dio allora il risveglio avviene quasi istantaneamente.
Ora, dobbiamo capire veramente perfettamente questo processo, esso comporta tre cose: intento, sforzo e Grazia.
L’intento deve essere giusto. Se il tuo intento è di trovare una soluzione ai tuoi problemi fisici, allora non va bene.
Se il tuo intento è di trovare una soluzione ai tuoi problemi psicologici, allora non va bene.
Se il tuo intento è di dissolvere la sofferenza esistenziale o quella che chiamiamo insoddisfazione spirituale, allora il tuo intento è giusto.
Per sviluppare il giusto intento devi fare contemplazione sulla tua vita di tutti i giorni.
Ora abbiamo parlato di tre cose: intento, sforzo e Grazia. Abbiamo detto qualcosa dell’intento. Ne parlerò di più nelle settimane a venire.
Ora, parlando dello sforzo, dobbiamo parlare di tre cose: respiro, mente e Kundalini. Il respiro influenza sia mente che Kundalini, e la mente influenza entrambe Kundalini e respiro, e Kundalini influenza sia il respiro che la mente.
Potremmo cominciare da qualsiasi parte, sia dal respiro, che dalla mente o dalla Kundalini. Ma il processo normale, tradizionale comincia con il respiro, si sposta alla mente e infine a Kundalini.
L’obiettivo è di risvegliare Kundalini. Una volta che Kundalini è risvegliata allora c’è un cambiamento nella coscienza, perché il cervello fisico subisce una trasformazione. Una volta che c’è questa trasformazione nella coscienza, tu ricevi la Grazia.
Quindi l’obiettivo ultimo è quello di ricevere la Grazia.
Ora, per usare lo sforzo appropriato e per ricevere la grazia appropriata, useremo dieci diversi modi tutti uniti, o potresti anche chiamarli dieci diversi sentieri, oppure potresti chiamarli dieci yoga diversi. Yoga, come tutti voi dovreste sapere, significa unire, significa un cammino.
Allora ricordatevi dei 3 tre di cui ho parlato finora:
• intento, sforzo e Grazia
• respiro, mente e Kundalini
• Kundalini, Coscienza e Grazia.
Ora, ho detto che useremo vari yoga. Per esempio, quando fate il Chakra Dhyana, che dovreste tutti aver fatto prima di cominciare questo programma, questo fa parte di quello che chiamiamo Kundalini Yoga.
Gli insegnamenti fanno parte di quello che chiamiamo Jnana Yoga. Le visualizzazioni che useremo fanno parte del Raja Yoga. Il collegarti al tuo Divino fa parte del Bhakti Yoga. Quando ci spostiamo nella stanza buia, o in quello che chiamiamo uno spazio sacro e meditiamo, quello fa parte di quello che chiamiamo Dhyana Yoga.
Quindi in totale tu userai circa dieci diversi yoga, dei quali io ti parlerò nelle prossime settimane, e generalmente, quello che dirò lo ripeterò poi quattro volte in modo da poter raggiungere tutte e quattro le zone con i fusi orari diversi.
Ora, oggi, come sforzo, faremo il Dhyana Yoga, come lo avete fatto l’ultima volta nella stanza buia o in quello che chiamiamo spazio sacro.
Ora, anche lo sforzo ha in sé tre componenti, sono quelli che vengono chiamati: tamas, rajas, e sattva. Tamas significa inerzia e quindi inizialmente il respiro o la mente o Kundalini non coopereranno. Dovrai applicare la tua volontà.
Quando applichi la tua volontà, essa diventa sforzo attivo cioè rajas. Poi diventa priva di sforzo. Ciò avviene quando c’è accettazione, consapevolezza o testimonianza, e questo si chiama sattva.
Perciò tu ti devi spostare dall’inerzia, allo sforzo attivo, allo sforzo passivo. Perché anche la testimonianza o accettazione è sforzo. Anche questa usa energia, anche se non tanta quanto lo sforzo attivo, e perciò la chiamiamo sforzo passivo.
Ora, oggi, quando mediterai nello spazio sacro, siediti in una postura che ti sia più comoda possibile. E’ importante tenere la schiena diritta. I denti della mascella superiore non dovranno toccare i denti della mascella inferiore. Puoi provare adesso. Quando sarai nello spazio sacro dove mediterai, i denti superiori non dovranno toccare i denti inferiori.
Anche se lo spazio è completamente buio, gli occhi non dovranno essere del tutto chiusi, ma dovranno essere appena socchiusi, quel tanto da poterti vedere la punta del naso, anche se poi, in effetti, non ti potrai vedere la punta del naso perché sarà buio. Ma gli occhi dovranno essere socchiusi in modo da poterti focalizzare sulla punta del naso.
Quindi, siediti comodamente, qualsiasi postura, ma deve essere comoda, devi stare fermo/a. Nello spazio sacro il corpo deve stare fermo, nessun movimento. I denti superiori non dovranno toccare i denti inferiori. Gli occhi saranno leggermente socchiusi, quel tanto da poter vedere la punta del naso, e il palmo delle mani deve essere nella postura del Pranakriya 3, preferibilmente appoggiato sulla parte mediana delle cosce. (L’indice va a toccare la base del pollice).
Ovviamente, c’è di più di questo. Diventerà sempre più complesso. Ma, inizialmente, lo manterrò piuttosto semplice. Lentamente ma costantemente lo renderò più complesso.
Aumenteremo anche l’intensità della Presenza. Lentamente l’aumenterò e tu sarai sempre più sensibilizzato/a ad assorbire la Presenza, ad impregnarti di essa.
Questo è il processo: da una parte sensibilizzarti e dall’altra aumentare l’intensità della Presenza. Tutto lo sforzo è di arrivare a quel punto. Dopodichè è automatico. Ognicosa comincia a succedere.
Quel che devi anche capire è che queste persone che stanno meditando nello spazio sacro sono quelle che stanno contribuendo direttamente alla trasformazione della coscienza in tutto il pianeta.
Man mano che voi meditate tutti insieme in tutto il pianeta nello spazio sacro, questo crea un’influenza sull’intero pianeta. Il numero richiesto è di circa 70.000 e noi speriamo di raggiungerlo entro la fine di quest’anno.
Sono queste persone che meditano nello spazio sacro, quelle che creeranno questa transizione ad un livello superiore di coscienza o risveglio e poi quindi lo sostengono e poi lo portano a livelli ancora più elevati.
Allora io adesso mi fermo qui prima che diventi più complesso. Piano piano lo renderò un po’ più complesso e lo ripeterò anche quattro volte nelle quattro domeniche in modo da coprire tutti i diversi fusi orari.
Allora adesso vi darò un Nayana Diksha, o Diksha con gli occhi, e poi verrò proprio lì nel vostro spazio buio.
Amma Bhagavan darshan 28 ottobre
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Sri Bhagavan: Le 7 verità per essere liberi dalla sofferenza
1. Ogni cosa viene da un’unica sorgente. Potrebbe essere Dio o Energia. Non c’è inizio o fine della vita.
2. Se tu identifichi questa sorgente, non farai più differenza tra buono, cattivo, giusto o sbagliato. Tutte queste cose sono nostri punti di vista. Ogni cosa viene da un’unica sorgente.
3. La vita non è altro che una ricerca del “SE’ ”. Nella tua vita le cose che ti succedono, la gente che vedi, ogni cosa è un riflesso del tuo “Sé”. Se soffri di povertà, significa che c’è qualcosa di sbagliato in te. Lo devi correggere per poter uscire dalla tua povertà. Se hai odio, chiunque tu incontri avrà quella stessa qualità. Se hai pensieri malevoli, anche le persone che incontrerai li avranno. Quindi innanzitutto cerca di capire te stesso/a.
4. Renditi conto che qualsiasi cosa di cui tu fai esperienza in questa Vita avviene per grazia di Dio. Supponiamo che tu scivoli mentre cammini, cerca di capire che anche quello avviene per grazia di Dio. Se tu vedi Dio in ogni cosa la tua vita diventa stupenda.
5. Renditi conto che ogni cosa di cui fai esperienza in questa tua Vita è semplicemente una “prova” che Dio ti dà. Non è una cattiva esperienza. Se la consideriamo come tale allora vorrebbe dire che Dio non ha compassione. Se hai un problema, consideralo come un’opportunità che hai di affrontarlo e uscirne fuori. Ti sono state date le persone, la ricchezza e le capacità per affrontare tali sfide. Se lo capisci, le tua capacità miglioreranno. Proprio per mettere alla prova le tue capacità, Dio ti crea queste situazioni.
6. Se tu ti rendi conto che ogni cosa di cui fai esperienza è una prova che Dio ti dà, allora sarai in grado di vedere in profondità il problema e gestirlo nel modo migliore. Capirai il suo risultato e allora non avrai nessuna paura.
7. Se capisci le sei verità precedenti, allora ci sarà un’enorme trasformazione nel tuo corpo. Da quel momento in poi, non solo avrai compassione, ma diventerai quella “compassione”.
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